Gaetano Curreri: “Negramaro e Modà band d’autore come gli Stadio” [VIDEO-INTERVISTA]

Roma, dal quartiere Africano al quartiere Prati. Chiedo al tassista di mettere su il disco degli Stadio. Per una ventina di minuti niente radio romane a go-go, ma un po’ di buona musica italiana. L’uomo al volante passa avanti le tracce e quando arriva a “Sorprendimi” si lancia in un assolo: “Adesso andiamo nel vento e riapriamo le ali…“. E’ questo, in sintesi, il prologo al mio incontro con Gaetano Curreri, da 30 anni anima della band che per far festa ha deciso di pubblicare “Immagini del vostro amore”, album-raccolta con dentro due inediti di assoluto valore. Lui è ancora capace di scrivere d’amore, senza rischiare il banale e riuscendo, anzi, a commuoverti (“La mia canzone per te” è per Eluana Englaro, da pelle d’oca). Gli Stadio hanno vinto, hanno lanciato il pubblico in quel meccanismo di immedesimazione caro solo ai grandi cantautori: è bello pensare che, dopo hit come “Ballando al buio”, “Stabiliamo un contatto”, “Un disperato bisogno d’amore”, “Chiedi chi erano i Beatles”, “Equilibrio instabile” e tante altre, questi ‘ragazzi’ abbiano ancora il desiderio di prendere carta e penna.

Curreri non ha bisogno di ulteriori presentazioni, ha anche l’umiltà di riconoscere a Negramaro e Modà la palma di ‘band d’autore’: oltre ad aver fatto bene da solo, ha regalato piccoli capolavori a gente come Vasco Rossi, Patty Pravo e Lucio Dalla, permettendo a un giovane batterista di farsi conoscere al grande pubblico: Verdone Carlo da Roma. La stessa città del tassista canterino…

Le bandiere, tra musica e sport: “Gaetano e Giacinto”, Pantani e Maradona

 Ho sempre amato raccontare i miti dello sport, personaggi che fanno parte dell’immaginario collettivo. Facchetti, Scirea, Pantani: con Roberto Roversi ho scritto un altro brano (“Doma il mare, il mare doma”, ndr.) che canta in maniera poetica il personaggio di Diego Armando Maradona. Era un periodo difficile della sua vita, è stato tenero passare dalla poesia alla forma-canzone. Sono grato a Roversi, così come a Mingardi e Bigazzi, autori dei brani che tu hai citato.

“Le band si sciolgono…”, cantava Luca Carboni

Non ho mai sentito l’esigenza di uscire dagli Stadio, ma è chiaro che a volte senti l’esigenza di fare cose in solitaria. Come suonare col grande Paolo Fresu, oppure realizzare dei progetti con i Solis String Quartet, che stimo tantissimo. Mi hanno aiutato ad arricchirmi, culturalmente parlando, scomponendo e ricomponendo brani che ho scritto in passato. Tutto questo sarà, poi, un lavoro ripreso con gli Stadio.

Eluana Englaro

Con Saverio Grandi, tempo fa, ci trovammo a costruire insieme “La mia canzone per te”, guardando la storia con gli occhi del papà di Eluana. La scrivemmo all’indomani di quella tragedia, eravamo in studio ad Acquapendente, il disco era praticamente chiuso, ma i telegiornali ci stimolarono a fare un racconto struggente, partendo dal dolore di un uomo. L’abbiamo incisa di notte, sapevo che prima o poi l’avrei ripresa: è successo con i Solis, la cosa mi ha fatto molto piacere.

Vasco Rossi

Non posso dire se nel suo prossimo disco ci saranno brani scritti da me. Ci vediamo spesso e commentiamo l’attualità: è inevitabile che esca fuori una canzone. Nel tempo ho anche imparato a musicare i testi, è successo con “L’uomo più semplice” e “Un senso”, giusto per citarne due. Sono fortunato ad essere suo amico e a scrivere canzoni al suo fianco.

Verdone, un fuoriclasse della batteria
Carlo è sempre in panchina, da un momento all’altro potrebbe entrare in campo, per fare la differenza. E’ un fuoriclasse della batteria e come tutti i campioni è capace di risolvere la partita negli ultimi minuti… (ride)

Noemi

Ho letto la tua intervista, ma non so cosa potrei fare a “The Voice”! Scherzi a parte, amo la voce di Veronica, la sua capacità di interpretazione è al di sopra della media alta. Mi colpisce la sua testa, è una ragazza che non si accontenta mai, ha sempre voglia di andare avanti, di appagare le sue passioni.

Nuovo disco di inediti

Quest’anno ci dedicheremo molto alla scrittura: gli Stadio sono una delle prime band d’autore del nostro paese. Poi sono arrivati i Negramaro e i Modà, che sono stati capaci di accompagnare le loro canzoni a dei testi d’autore. Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto un po’ di testi dal nipote di Roberto Roversi, non vedo l’ora di lavorarci. Non so se questo sarà un progetto a parte, certamente abbiamo voglia di fare bene, non giusto per pubblicare un album…

John Miles

Quella che tu chiami “canzone nell’armadio” è per me “Music” di John Miles. Aveva uno svolgimento quasi sinfonico: nel mio immaginario ha sempre rappresentato un grande livello, quasi un modello da seguire. Miles riuscì a fare una piccola opera con quel pezzo: io sono sempre stato legato a percorsi classici, mondi musicali solo apparentemente lontani dal mio. Sai, quando mi dicono che “Chiedi chi erano i Beatles” è diventato un classico mi sento molto orgoglioso.

(foto Ufficio Stampa)

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