Capita spesso che un brano di successo venga accostato ad uno spot pubblicitario: uno scambio promozionale che permette a entrambi i soggetti in campo di acquisire valore e popolarità. Recentemente avevamo salutato con piacere la nuova versione dello spot targato “Tenderly”: in quel caso era stato il nostro Sergio Endrigo a scrivere una bellissima musica (GUARDA QUI IL VIDEO). Succede che una band di fama internazionale come i Duran Duran possa infuriarsi di fronte alla decisione di essere (non loro, ma una loro canzone) testimonial di uno yogurt. I motivi sono meno banali di quel che si possa pensare…
“Hungry like the wolf”
Duran Duran, 32 anni dopo. Un percorso lungo, una storia importante. Era il 1982 quando un loro pezzo, “Hungry like the wolf”, riscuoteva notevole successo in ogni dove: il mondo della pubblicità non poteva non accorgersene e così ha pensato bene di inserirlo in qualche spot. Beneficio economico dalla cosa per Simon Le Bon e compagni, chiaro: tuttavia, scoprire di essere diventati reclamè di uno yogurt ha fatto infuriare tutta la band, ma per motivi tutt’altro che scontati.
A Simon Le Bon dev’essere venuta una forte acidità di stomaco nel vedere questo spot. Del resto, “acido” è aggettivo che ha a che fare con l’universo-yogurt. Dall’altra parte, quasi, ci si difende: “Vi informiamo del fatto che i Duran Duran non supportano questo utilizzo della loro musica e, sfortunatamente, questo particolare tipo di licenza è stato accordato senza che noi fossimo interpellati. Se ne fossimo stati al corrente non avremmo in alcun modo acconsentito“…
Il retroscena
Insomma, assodato che il team che ha realizzato lo spot ha acquisito la licenza per utilizzare il brano “Hungry like the wolf”, dobbiamo pure registrare che lo stesso spot sia stato cancellato dai palinsesti per una ragione molto lontana dai gusti gastronomici di Le Bon e soci. Tocca andare indietro nel tempo: era il 1983 quando una madre (con problemi psichiatrici) uccise i suoi tre figli, mentre ascoltava il pezzo dei Duran Duran a tutto volume. A questo punto basterà tirare e somme: scelta infelice di pubblicitari poco attenti.
(foto by kikapress.com)
