Ligabue, esordi in tv: “Piccola stella senza cielo”, 1988 [VIDEO+FOTO]

Erano i primi anni ottanta e lui svolgeva i lavori più disparati: bracciante agricolo, operaio metalmeccanico, poi ragioniere, conduttore radiofonico, commerciante, promoter, calciatore (nelle serie inferiori) e consigliere comunale. In seguito, arriviamo così al 1986, Luciano Ligabue fonda insieme ad alcuni amici la band degli “Orazero, che prende il nome da una canzone. L’anno dopo iniziano a partecipare a diversi concorsi provinciali e nazionali, al seguito brani originali, oggi molto conosciuti, come “Sogni di rock’n’roll”, “Anime in plexiglass”, “Sarà un bel souvenir”, “Bar Mario”, “Figlio d’un cane”, “Piccola stella senza cielo”

Ligabue agli esordi: amarcord fotografico

Dove sta la forza di un artista? Inizialmente è quella di indirizzare, polarizzare l’attenzione della stampa locale sui suoi concerti, sulla propria musica. Anche questo riuscì a Luciano Ligabue che, negli anni ottanta, andava già molto di moda con i suoi Orazero, un gruppo di amici che – strumenti alle mani – condussero lentamente il rocker di Correggio a immense soddisfazioni professionali. 1988 è l’anno della prima traccia “ufficiale” del Liga, “Anime in plexiglass/Bar Mario”, singolo che vede la luce dopo la vittoria d’un concorso musicale di provincia (Reggio Emilia, “Terremoto Rock”). Un vinile a 45 giri oggi praticamente introvabile. Concorsi e concerti e la stampa si accorge di Luciano e dei suoi ragazzi

E’ un personaggio apparentemente lontano dal rock a scoprire e sostenere i primi veri passi di un giovane (ma non troppo) Luciano Ligabue: stiamo parlando di Pierangelo Bertoli, che decide di includere il già citato brano “Sogni di rock’n’roll” in un suo album (“Tra me e me”, 1988). L’anno successivo è “Figlio d’un cane” a entrare nell’album “Sedia elettrica”: ma sarà il 1990 l’anno di Ligabue che – con l’aiuto del produttore Angelo Carrara – inciderà il suo primo vero disco. Omonimo, come nella maggior parte degli esordi, l’album avrebbe dovuto intitolarsi “…e non è obbligatorio essere eroi”. Il resto è storia recente…

(foto by facebook)