Chi scrive ama da sempre l’artista Peter Gabriel: e non tocca citare per forza i suoi grandi classici, basta anche rivedere le sue esibizioni live degli anni ’70, in particolare la deliziosa “Scenes From An Italian Restaurant”. Oggi, sempre più maturo e riflessivo, si racconta a Repubblica: tanti spunti interessanti, uno in particolar modo, “..negli anni ’60 e ’70 la musica era il cuore della cultura rivoluzionaria dell’epoca, adesso è solo parte dell’intrattenimento. Certo, qualcuno ancora scrive cose importanti e con il cuore, ma in molti casi non è così…” (…)
7 ottobre tutti a Milano
Il 24 settembre sarà nei negozi il nuovo album di Peter Gabriel: “I’ll scratch yours”, dove, una volta ancora, l’ex Genesis si misurerà con le canzoni dei suoi colleghi. Adesso la situazione si ribalta, perché gli stessi saranno soggetto fondamentale di una lavoro al contrario, interpretando le sue di canzoni. Da Lou Reed a Paul Simon, la lista è lunga. Nella lucidissima intervista “condotta” da Ernesto Assante, Peter racconta i sogni, i desideri: “Penso a un festival di songwriting, dove le canzoni della Disney possano andare accanto a quelle più celebri del rock…“. Visionario o attento osservatore della realtà? Quel che è certo è che molto presto (7 ottobre, lunedì) tutti i fan italiani potranno ascoltarlo al Mediolanum Forum di Milano: sul palcoscenico musicisti di prima grandezza, come Tony Levin, David Rhodes, David Sancious e Manu Katche.
“Frank Sinatra? Siamo diversi…“
Da questa intervista esce fuori un Peter Gabriel ispiratissimo, autore puro, che ha ancora tante cose da dire e tante storie da raccontare. Sogna il futuro e guarda al passato a quel Frank Sinatra col quale ammette di centrare poco (“lui era un maestro del canto, io sono un autore che canta un po’…“). Lui che si emozionava (e si emoziona) all’ascolto di pezzi favolosi come “Heroes” di David Bowie o “The boy in the bubble” di Paul Simon. Lui che non potrebbe vivere senza scrivere canzoni. Lui che suo figlio, a soli cinque anni, ama Michael Jackson: due bambini che guardano al passato, sognando il futuro.
(foto by kikapress)