Era il 1987. Una radio locale aveva provveduto al passaparola. In poco tempo circa duemila persone si radunarono per un improvvisato happening rock. “Where the Streets Have No Name“, e poi “People Get Ready”, “In God’s Country”, “Sunday Bloody Sunday“, “Pride (In the Name of Love)”. Los Angeles completamente bloccata, traffico in tilt e intervento della polizia che, salita sul tetto dell’edificio, bloccò Bono Vox e i suoi U2. La storia si ripete spesso, con la band in questione molto spesso e volentieri…
Amarcord
Più recentemente era successo sul tetto della BBC, a Londra. Era il 2009. Ma torniamo indietro nel tempo e spostiamoci in America. Los Angeles, 27 marzo 1987: gli allora semi-sconosciuti U2 salgono sul tetto di un negozio di liquori sulla “East 7th Street”. A un certo punto arrivò di corsa la polizia, per fermare il tutto: c’è da dire che quest’ultima collaborò parecchio, permettendo alla band di suonare ben otto canzoni. Questa volta, 26 anni dopo, Bono e compagni hanno raggiunto il punto più alto dello studio di registrazione di New York dove pare abbiano messo insieme un po’ di brani che finiranno nel loro prossimo disco.
Cancellare la povertà
Canzone simbolo di questa avventura sui tetti 2013 è stata la leggendaria “Sunday Bloody Sunday“. Mentre allora, nel 1987 regina dell’evento era stata “Where The Streets Have No Name”, con un’esibizione fuori dal comune. L’iniziativa di questi giorni, al contrario, non è sensazionalistica, ma si inquadra nella campagna “agit8” di ONE per combattere la povertà estrema. Agit8 dichiara apertamente (sul sito di ONE) di non volere soldi, ma semplicemente l’adesione dei singoli individui: è necessario mettere fine alla povertà estrema entro il 2030. Come molti sanno, ONE è un ente co-fondato dallo stesso Bono Vox.
(screenshot YouTube)