Download musicale? iTunes, che domande! Streaming? Spotify e Deezer. L’azienda svedese ha superato da tempo i 20 milioni di utenti (6 dei quali a pagamento), mentre quella transalpina viaggia sui 3 milioni di utenti paganti e 7 attivi ogni mese. La prima è sul mercato americano, la seconda no. Avanti. L’altro colosso di streaming digitale, Napster, sta per approdare sul mercato italiano e, per non farsi mancare nulla, pure la Apple ha ufficialmente deciso di scendere in campo, attraverso iRadio: dietro l’angolo un importante accordo con la Warner Music (Universal è già dentro), per garantirsi l’utilizzo in licenza dei rispettivi repertori per la sua nuova piattaforma musicale.
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..ma la Sony non ci sta
Il servizio di Apple, pianificato già a partire dall’estate scorsa, dovrebbe permettere a ciascun utente di ascoltare musica in streaming secondo la modalità on-demand; l’accesso sarebbe gratuito e finanziato dalla pubblicità. Rema contro e con grande vigore la Sony Music, che insiste per vedersi riconoscere royalties maggiori e minimi garantiti più alti.
L’Italia sposa Napster
Una volta era il simbolo di quella brutta parola (“pirateria musicale”), oggi è un valido e legale servizio di streaming, grazie a Rhapsody, che ne ha acquisito il marchio. Da queste parti sappiamo anche fare qualche buon affare e, così, finalmente proprio Napster arriva in Italia: musica online, limpido servizio di streaming e download. Il Bel Paese è pronto ad accogliere tutto questo e si presenta subito quale terreno fertile, ideale: il nostro mercato, lo scorso anno, è cresciuto del 29.5% in più rispetto al 2011 e adesso che siamo già a metà del 2013 siamo attestati su un 13% di crescita. Insomma, sul fronte digitale, musicalmente parlando, l’Italia va che è una bellezza.
Contenuti e contenitori
Torniamo a Napster. Il servizio propone anche sessioni dal vivo e interviste esclusive con gli artisti: è un portale a tutti gli effetti. Con una cifra irrisoria (ma non troppo, 9.95 euro al mese) gli utenti hanno accesso illimitato allo streaming via web o telefono mobile, sia online che offline. A disposizione oltre 20 milioni di titoli, riproducibili su sistemi audio, smartphone, tablet e altri dispositivi: si va da iPhone a iPad, da iPod Touch agli smartphone e i tablet Android. La lettera ‘i’ fa pensare a iRadio: in quel caso streaming gratuito, grazie alla pubblicità. Una differenza c’è.
iTunes in crisi, ma sempre in testa
iTunes, una potenza assoluta che nel 2011 ha venduto 35 milioni di canzoni in 119 paesi: nonostante i dati e le apparenze, questo ha comportato una lieve flessione, e non solo a causa dell’agguerrita concorrenza di Amazon: sono, infatti, i servizi di streaming a fare la parte del leone. Ai consumatori attivi di musica, quelli reali, fedeli e appassionati, non piace la formuletta “Pay Per Download”, tuttavia i ricavi di iTunes nella prima parte del 2013 hanno sfiorato i due miliardi e mezzo di dollari. Chiamatela crisi.
(screenshot by napster.com, apple.com)