Concerto Bruce Springsteen @ Napoli 23/05/2013, le prove [VIDEO]

Uno spettacolo nello spettacolo, provare i suoni quando ancora c’è la luce in cielo, quando ancora non si scatena la folla infinita. Un video breve ma affascinante, perché vero, nudo. Bruce Springsteen a Piazza Plebiscito non ha fatto il pienone, causa crisi economica e avverse condizioni meteo della vigilia: partenza parecchio “captatio benevolentiae” con O’ Sole Mio, più avanti il Boss arriverà a chiamare un bimbo su un palco per una sorpresa, una “Rosalita” dedicata a una Rosy del pubblico. Le sue parole: “E’ bello essere al Sud Italia io sono del Sud Italia, è bello essere a casa“. A fianco a lui la la “E street band”, arricchita da coristi, fiati, violino: ecco “Long walk home”, “Out in the street”, “Hungry hearts”, “We take care of our own”…

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Corre, salta, grida. Scalda – da fermo – tutta la piazza. Si tuffa in mezzo alla gente. Questo è il Boss, prendere o lasciare. Prendono tutti, prendono tutto. C’è anche l’omaggio alla terra d’origine di suo nonno Antonio: a un certo punto raccoglie tra il pubblico la gigantografia di una foto raffigurante il vecchio “Gran caffé Zerilli” di Vico Equense, appartenuto alla sua famiglia. Ed esclama: “It’s my resturant“, è il mio ristorante. Due ore e mezza di concerto, folla in visibilio, un artista che ha ricevuto il passaporto del tempo e che ancora oggi (come ha dimostrato la grande e festosa piazza campana) è seguito da giovani e meno giovani.

Ha ragione chi ha scritto che Bruce Springsteen rappresenta quasi un grande eroe, forse l’unico vero eroe all’antica rimasto in circolazione nel panorama musicale. Che musica, che sensazioni! “Born to Run”, “Dancing in the Dark” “Born in the Usa”. E poi le cover (“Twist and Shout” e “La bamba”) per un bis interminabile e di fattura elevatissima. Una versione unplugged di “Thunder Road” è stata la chiosa ideale, proprio come accadde nel 1997 al teatro Augusteo. Napoli, casa sua.

(foto YouTube)

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