“Buonanotte sognatori” è un disco bellissimo, una storia che non annoia. Canzoni multiuso, potrebbero fare compagnia durante un lungo viaggio in solitaria, oppure colorare l’attesa di una cena casalinga, prima che una bella ragazza appaia alla porta. Ed è un disco parecchio cinematografico. Forse perché l’autrice, Federica Camba, mastica bene il rapporto col palcoscenico e con la telecamera: un percorso entusiasmante, fianco a fianco con Daniele Coro (uno di quelli che la musica la sa per davvero), che si racconta quasi da solo, dall’ultimo trascinante singolo “Baciami tu” (segnalo il videoclip, un vero crescendo) alla godibile country ballad “La mia mano“, passando per esempi di amore per la memoria (“Nina”, “Piccola”) e di passione per il presente (“Vivere vivere”, “Penso a te”, “Non conta niente”).
Come dicono quelli bravi, è un album dal sound originale, ricercato, ma mai pretenzioso: le parole vengono pesate come primizie al mercato della frutta, dosate con la grazia di chi ha vissuto intensamente. Del resto, Federica è un essere meticcio, un po’ romana e un po’ sarda, vive al nord: questa apparente confusione regala un finale sulla falsariga di Fossati, una “Dedicato” dei tempi moderni (Buonanotte sognatori, ndr) che acchiappa cuore e cervello, ricordi e speranze. La nostra lunga chiacchierata parte da un bar di Piazza Euclide in Roma, ha il suono della pioggia che sbatte contro il marciapiede e si conclude in macchina a realizzare un piccolo miracolo dal vivo. Voce e chitarra…
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“BACIAMI TU” – SCREENSHOT DAL VIDEOCLIP UFFICIALE
Tre anni in giro per il mondo…
Ogni viaggio apre la mente: dalla Sardegna a New York ho visto milioni di stimoli inventati dall’uomo. Poi arrivi in un piccolo villaggio africano, fatto di case di palma, e vedi esattamente l’opposto: tantissimi stimoli, proprio perché lì nulla è inventato dall’uomo. Un mucchio di energia vitale che ispira cose nuove, parole nuove, esperienze nuove.
Un verso delle tue canzoni al quale sei fortemente legata?
“Qual è il tuo limite al mio starti vicino“. Spesso non ci rendiamo conto che le persone si prendono lo spazio che noi lasciamo loro e che loro riempiono. La stessa cosa vale per le chiusure, i paletti che sta mettendo in quello stesso spazio la persona che sta di fronte a te.
“La mia mano” è british, secondo me la versione del disco strizza l’occhio a Joan Baez e Janis Joplin…
Che bello! Quelle due mi fanno impazzire, grazie! Non ho un punto di riferimento, quando scrivo mi lascio guidare dall’istinto. Se devo fare dei nomi, penso a pure Sheryl Crow, Alanis Morrisette, Edie Brickell. Secondo me hanno tutte una matrice un po’ pazza, mi ritrovo in questo modo di fare musica.
Come nasce “Baciami tu”?
La canzone è nata in un pomeriggio, quasi a sera: una di quelle canzoni che bussava prepotentemente, come i colpi di tamburo che vedi alla fine del video. Il bacio è un simbolo: esistono un milione di tipi di baci, ma, nella sua totalità, il bacio rappresenta una reale dimostrazione di volontà, fare un passo per andare oltre le parole: basta un piccolo gesto e le cose possono cambiare…
Scrivi per te e anche per gli altri, da Emma ad Alessandra Amoroso: come funziona?
Di base non scrivo qualcosa per qualcuno, scrivo sempre per me, poi faccio una scrematura e metto “da parte” le cose che secondo me non mi appartengono molto, ecco tutto.
Domanda marzulliana. Cantautrice, autrice, cantante: che cosa sei?
Mi fa piacere risponderti: non amo questa “usanza” italiana, il dover passare per una scorciatoia, pur di poter fare le cose che ci stanno più a cuore. In Italia, purtroppo, si tende a fare la distinzione tra autrice e cantante. Succede solo da noi, a Burt Bacharach nessuno ha mai detto nulla a riguardo. Senza fare paragoni, me ne guardo bene! Qualcuno mi ha detto: “Ma come, lavori per i Talent e poi scrivi della musica buona, ma come è possibile…?“. La musica è una sola, non bisogna fare categorie.
Gianni Morandi cosa ti ha insegnato?
Siamo stati a stretto contatto quasi per due anni, per un periodo 80 concerti in 90 giorni! Mestiere e scienza in quel che fa: sul palco mi diceva di sguincio “guarda che questa la puoi fare meglio” oppure “mettiti verso la luce, lasciati bagnare da quella luce, apri le braccia, vedrai che esce tutto meglio“. Io, poi, cantavo allo stesso modo, ma la resa era completamente diversa. Posso dirgli solo grazie, aveva ragione. Ce ne fossero come lui!
C’è una frase che ho pescato su Facebook: “e intanto tutto fuori continua a continuare“
Sono molto legata a queste parole, sono tratte da “Magari oppure no”, singolo di un disco precedente. Vuol dire che noi possiamo anche fermarci, ripensare a qualcosa che non è andato, riflettere su errori o gesti a metà, ma fuori il mondo va avanti, la vita continua. E’ su questo che bisognerebbe riflettere, non sul resto, altrimenti si perde di vista la vita.
Quelli usciti dai Talent: chi ti piace di più?
Tosta questa domanda. Esistono doti innate: la vocalità ha un peso, la capacità di comunicare attraverso la voce nuda, l’interpretazione, il calore che viene trasmesso: queste sono caratteristiche di Alessandra Amoroso. Devo riconoscere che anche Emma è in grado di colpire, sia per il carattere, sia per la forma che riesce a dare alle cose che porta dentro un disco e sopra un palco.
Esiste una canzone che cantavi da bambina e che ancora oggi ti diletti a accennare nei momenti di relax?
Mi rilassano e mi danno grande energia i canti popolari sardi. Sono nata a Roma, ma ho passato buona parte della mia vita sull’isola. E’ il sud del mio mondo personale.
(foto by Andrea Vailatti)