Già a fine 2012 avevamo posto l’attenzione su Renzo Rubino, definendolo “una forza della natura”. Il suo curriculum da cant-attore andava da “Pop” a “Bignè”, mentre la strada per Sanremo era appena visibile, in lontananza. Due mesi dopo arriva il Premio della Critica (Categoria Giovani) e il ragazzone pugliese si fa apprezzare tanto da essere invitato al concertone del Primo Maggio. Qualche settimana fa ecco il videoclip di quello che ancora oggi può essere considerato quale suo tormentone. “Pop“, appunto. Prima di partire per la Liguria ci aveva raccontato: “L’ho scritta in 10 o 20 minuti, musica e parole. Nasce così: c’è un discografico che decide di ascoltare i miei pezzi, dice che i brani sono belli, orecchiabili, ma manca qualcosa di più…anzi, di meno…” (…)
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RENZO RUBINO GIOCA A RUZZLE – IL VIDEO
Distretto di POPlizia
“..La sera, confuso e sconsolato, andai su google e digitai ‘Canzone pop’: a ricerca conclusa, mi domandai: ‘Ma che cazzo è sto pop!??’. Ho fatto un rapido viaggio nella mia memoria, scovando brani del presente o del passato, tutti a tema pop. Le citazioni sono venute fuori di getto, in automatico…“.
Un cortometraggio in musica. Non potevamo aspettarci una roba diversa da un cantante con attitudini spiccatamente teatrali: l’imputato, la giuria, l’ispettore, il commissario. Una serie di caratteri a colorare il curioso intreccio narrativo, con Renzo a interpretare la parte di sé stesso. Un’idea semplice, ma indovinata: da un commissariato di pop-lizia (nei fatti era una casa discografica) al tribunale dove si fanno notare il produttore Andrea Rodini e tre belle ragazze sedute in prima fila (si tratta de “Il Peccato di Eva“, interessante terzetto canoro di estrazione salentina)
La Corte s’ingozza di POPcorn, l’avvocato sbarella, il povero imputato non trova le parole ed entra in confusione: l’epilogo non può che essere il più tragico possibile, con la chiusura in cella d’isolamento e una camicia di forza a contenere i suoi desideri di andare oltre la più classica canzone Pop. Genio ed ironia, con una buona dose di coraggio che permette a Rubino di toccare un tema sì leggero, ma tipico della discografia, l’impossibilità di fare una musica “ricercata”. E, così, tutti provano la strada del Pop: dopotutto, la legge è uguale Pop tutti.
(foto by YouTube)