Chi sta dietro le quinte non ha mai un ruolo marginale. Men che meno in questo caso. Voi non lo sapete, ma negli ultimi anni siete stati (benevolmente) perseguitati da Roberto Casalino: bastava accendere la radio per sentire un pezzo scritto da lui, penso a Giusy Ferreri (“Non ti scordar mai di me”, “Novembre”), Emma Marrone (“Cercavo amore”), Annalisa Scarrone (“Diamante lei e luce lui”, “Senza riserva”). C’incontriamo nel luogo più adatto, là dove nascono le canzoni, in un gigantesco studio di registrazione sull’Aurelia (Roma) e lì parte subito una lunga chiacchierata: le analogie tra Talent Scout e Talent Show, il ruolo dell’autore, gli artisti con i quali ha avuto il piacere di lavorare, e quelli che aspetta “al varco”. Roberto, che sta ultimando il suo ultimo album, ha in testa l’idea di collaborare con Carmen Consoli, eccellente cantautrice che stima da una vita. Ecco a voi l’autore de “L’essenziale“, colui che ha contribuito alla consacrazione definitiva di Marco Mengoni: c’è una chitarra che ci guarda, le conseguenze sono scontate…
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Due nomi, Emma Marrone e Annalisa Scarrone: che mi dici?
Con Annalisa riusciamo a vederci anche al di fuori dell’ambito professionale: è una ragazza molto sensibile, non sono d’accordo con chi dice che sia fredda, è un tipo molto trasparente, è “quello che canta”. Emma è infinitamente grintosa, risulta credibile anche con canzoni che contengono messaggi forti, perché è una che ci mette la faccia, il corpo, una che sa comunicare da morire.
..e Marco Mengoni?
Beh, con lui il rapporto è ancora molto fresco: ho iniziato a conoscerlo in ottobre, per parlare de “L’essenziale”. Ci siamo trovati subito bene, lui poi ha anche apportato qualche correttivo alla versione originale: ne è uscita fuori una bomba, Marco lo ha dimostrato sia al provino che ho ascoltato alla Sony, sia durante la prima serata del Festival. E’ un ragazzo molto timido e grazie alla musica riesce a superare questa timidezza.
Ormai possiamo dire che tu sei parte integrante dell’universo Talent Show…
Vero, e non sputerò nel piatto in cui mangio da qualche anno! (ride) Credo che il Talent abbia semplicemente sostituito i Talent Scout delle case discografiche, quelli che venivano pagati per andare in giro a scovare artisti meritevoli.
E tu come hai cominciato?
Il mio produttore faceva tanto scouting: mi ha scoperto proprio così, in un locale di Roma, tanti anni fa. Oggi non sarei in grado di partecipare a un format di quel tipo: farei fatica a stare sotto i riflettori, non riuscirei a gestire quella pressione che gara e Tv impongono ai cantanti.
Sanremo negli anni ’90 era uno show che lanciava voci nuove, oggi meno: che ne pensi?
Se si ha un progetto ben definito, il Festival può ancore essere ottimo trampolino di lancio: adesso non esiste una serata interamente dedicata ai giovani, loro vengono confinati a tarda ora, è difficile farsi notare, a meno che tu non ci sia di mezzo una cosa fortissima che poi le radio passano il giorno dopo…
Masini dice che Tiziano Ferro è stato l’ultimo vero cantautore…
Tiziano ha portato una novità, è innegabile: con il suo Pop R’n’B riprese ciò che accadeva all’estero e risultò parecchio innovativo, sia per il modo di cantare, sia per i suoni utilizzati. Dopo di lui vedo bene Giuliano Sangiorgi, mentre tra le donne sono sempre molto affascinato da Carmen Consoli: ha una scrittura davvero originale…
A proposito, preferisci scrivere per uomini o donne?
Mi viene più facile rapportarmi al sesso femminile, credo che le donne siano più credibili nel momento in cui l’emotività viene estremizzata: l’uomo riesce a cantare il sentimento, la sofferenza, ma lo fa solo fino a un certo punto, forse a causa di certi standard o dogmi della società in cui viviamo.
Per Giusy Ferreri hai scritto “Novembre”, perché proprio quel mese? (scusa la domanda low profile)
Un po’ per la metrica, un po’ perchè pioveva: la canzone è nata nello spazio di 15 minuti, su un autobus. Ricordi che registrai sul telefonino melodia e testo, poi ho ottimizzato il tutto, migliorando la struttura base. Quella è stata una canzone scritta appositamente per Giusy. Ma non va sempre così: “Non ti scordar mai di me”, ad esempio, risale al 2005.
Uno legge Wikipedia e vede le tue collaborazioni: mi torna tutto, ma la Zanicchi cosa c’entra…?
In quel periodo stava registrando proprio in questo studio il suo disco per Sanremo: era il 2009, lei sapeva chi fossi perché venivo dai successi di Giusy, così le feci ascoltare un brano (“Tu non sai”) e lei decise di inserirlo nel suo disco.
Dimmi la verità, al di là del sogno Mina, per chi vorresti scrivere qualcosa?
Ho già fatto prima questo nome, mi tocca ripetermi: Carmen Consoli. E’ cantautrice pura, pur avendo collaborato con Ferro e Battiato, io sono da sempre legatissimo ai suoi dischi (uno stile che mi ha molto influenzato) oggi mi stimola il pensiero di una collaborazione.
A cosa stai lavorando?
Sto ultimando il disco, mancano un paio di brani da “rifinire”. Al momento non sono previste collaborazioni o duetti: prima o poi, magari, accadrà qualcosa del genere. Per il resto sto portando in giro uno spettacolo molto “essenziale”, con pianoforte, violino e chitarra: canzoni arrangiate in chiave più intimista. Quest’estate succederanno cose belle, ti farò sapere molto presto!
Chiudo: hai una canzone “scheletro nell’armadio”?
Mi fai venire in mente i pomeriggi da ragazzino trascorsi davanti alla tv per guardare i cartoni animati: Hello Spank, Creamy, Kiss me Licia, Occhi di gatto. Difficile scegliere una di queste sigle, anche se erano proprio le canzoni presenti all’interno dei vari episodi che ancora oggi ricordo perfettamente. Qui dovrebbe partire un’altra intervista… (ride)
(Ph. Simone Di Segni)