Elio e le Storie Tese, “Complesso del Primo Maggio” [VIDEO]

Prima di cantare una canzone balcanosa ricordati di fare una cosa, lanciare un’invettiva ai danni del Capitalismo…“. Un brevissimo passaggio, random per forza di cose, dell’ultima follia di Stefano Belisari, in arte Elio. Le Storie Tese a fargli coro e orchestra in questo “Complesso del Primo Maggio“, dal significato duplice, per un videoclip coloratissimo (domina il rosso, ovviamente). E’ uscito oggi, 1° maggio e non poteva essere altrimenti: è uscito a quest’ora, perfetta per affiancare l’ingresso sul palcoscenico del Concertone di tutti quegli artisti minori che hanno onere e onore di aprire il lungo evento musicale. La parola “complesso” può essere intesa come gruppo musicale, ma anche come percezione di inadeguatezza (il famoso “complesso d’inferiorità”).

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Citazioni qua e là per la band: vengono scomodati, nell’ordine, Rettore, qualche nota di Bella Ciao e, in chiusura, l’analogia con “We Will Rock You”. Non è la prima volta, è dai tempio di “Italyan, Rum Casusu Çikti” che questi ragazzi si divertono con i pezzi degli altri. E lo fanno benissimo.
Si esibiranno intorno alle 22 Elio e le Storie Tese e “Complesso del Primo Maggio” sarà la maggiore attrazione della serata capitolina. Il videoclip rimane sulla stessa falsariga del già pregevole “Dannati Forever“, con un incontro-incrocio di immagini di oggi e di ieri, sembra quasi un messaggio di solidarietà verso quelle band che suonano un pezzo “alla Goran Bregovic” perché l’occasione lo richiede, lo impone. Arriva, così, un susseguirsi di modelli più o meno adatti, da Davide Van de Sfroos (“La figlia del padrone voleva far l’amore con tre cassaintegrati sul comò“) ai Linea 77…

Musicalmente è un po’ Ska e po’ ballata balcanica, nulla di nuovo quindi: la genialità sta nel sapiente montaggio di suoni e parole, l’abile associazione di idee a immagini ad hoc, come la bambina che si alza in piedi e inveisce contro il capitalismo, oppure Lenin che aizza le folle (“..noi veniamo in vostre case e vi facciamo appartamento e cacca sul letto…“). Sugli scudi per la decisione di dare a un clown dolce-amaro la riflessione che è un po’ la summa di tutto il brano, la voce è quella di Eugenio Finardi: “Il Primo Maggio” è fatto di gioia, ma anche di noia…“. Appunto. Meno male che Elio c’è.

(foto by kikapress.com)