Con la solita aria scanzonata, l’immagine leggera di un artista che ha ormai nella sua valigia una produzione lunga, importante e abbastanza “pesante”. Il carico di Lorenzo Jovanotti è ingombrante, tra musica, performance, viaggi oltreoceano e tutto quello che gli è valso il titolo di primo rapper italiano della storia (lo disse la BBC e la BBC ha sempre ragione…). Amico di Rosario Fiorello dai tempi dei villaggi turistici (ne è passato di tempo), è stato anche il primo a prestare la sua opera per la sigla del format “EdicolaFiore“, l’ormai nota rassegna stampa che lo show-man siciliano conduce senza volto (ma con tanta voce) assieme ai veri protagonisti: gli amici del bar. E allora ecco il marinaretto Cherubini e i suoi fiati…
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Sdoganata la rassegna stampa!
Sembra quasi di assistere a “Ladri di biciclette” in versione televisiva: qui nessun attore, così come nella celebre pellicola di Vittorio De Sica, personaggi improvvisati, ma carichi di grinta ed entusiasmo. Fiorello, augustano doc, funge da puparo (come si dice da quelle parti), prende in mano i fili del carretto e muove (idealmente, è chiaro) i suoi amici burattini. Ne esce fuori un piccolo evento televisivo che ogni mattina tiene incollati tutti noi affezionati spettatori. Una commedia dell’arte improvvisata, con ospiti famosi (da Malika Ayane a Syria, giusto per citarne un paio) e parecchia voglia di divertirsi, senza l’ansia degli indici di ascolto.
Jovanotti ci prende gusto e dopo la prima versione, decide di mettersi nuovamente all’opera e in discussione. Ecco una seconda versione della sigla: questa volta appare come fosse Popeye, accompagnato da un quartetto di fiati. Una micro banda di paese che, “dagli studi di Cortona”, tiene gioco a quest’uomo in primo piano. Artista vero che, come tale, riesce benissimo a non prendersi troppo sul serio.
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