La nostra redazione aveva ricevuto un’infinità di richieste. Prima di Pasqua tutti volevano che Walter Savelli dedicasse una puntata della sua rubrica a un ricordo personale di Claudio Baglioni. Non il ricordo di una cena o di una chiacchierata in giro per il mondo, ma un fatto “da palco”, qualcosa di speciale, ignoto ai fan. Il musicista toscano non si tira indietro e indietro va nel tempo: palazzo dello sport di Milano, classica scena di Claudio che rimane solo in scena per eseguire da solo (oggi capita molto più spesso) uno dei suoi brani più famosi, più amati, più fortunati. Ecco che accade l’imprevisto…
Piano, pianissimo: Con tutto l’amore che posso
La scaletta prevede “Con tutto l’amore che posso”. Baglioni decide di suonarla da solo, lui e il suo pubblico. Qualcosa va storto, la chitarra emette suoni poco delicati (giusto per usare un eufemismo). Lì inizia l’avventura a cappella del cantautore romano, che piuttosto deluso e contrariato, inizia a cantare senza musica. Il tutto non era previsto e, per non pregiudicare la perfetta riuscita dello spettacolo, Walter è il primo tra i musicisti che accortosi dell’imbarazzo creatosi sul palcoscenico, corre al pianoforte e comincia a suonare un pezzo che in realtà neppure conosceva. Niente accordi e niente spartito, solo orecchio… Walter se l’è cavata bene: già sapeva che qualche anno più tardi l’avrebbe raccontato a noi…!
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