The Voice of Italy: il talento coraggioso di Danny Losito…

Diciamolo subito, così ci togliamo il pensiero. Forse. Non è stata una serata brillante: poca musica che acchiappa, poche voci interessanti. La quarta puntata di “The Voice of Italy“, ultima Blind Audition, lascia un po’ con l’amaro in bocca. Come ha scritto a caldo Silvia Mezzanotte su Facebook “tanto avevo apprezzato le voci delle prime puntate quanto poco quelle di stasera…salvo alcune belle eccezioni….diciamo che con un po di malizia mi sembra che le squadre siano gia fatte…mancano i riempitivi…“. Ha ragione “la donna” dei Matia Bazar, se dovessimo fare un riassunto basterebbero due righe. Fa sensazione (positiva) il ritorno alla ribalta di Danny Losito: nel 2004 era a Sanremo con “Single”, dopo una carriera da Double D. Adesso, a 47 anni, si rimette in gioco. Siamo dalla sua parte…

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La puntata è finita, così anche le prime selezioni al buio. Ora sarà sfida nella sfida, con i cantanti scelti dai coach che battaglieranno sul ring: dalla prossima puntata, infatti, vedremo la fase “Battle“. Facciamo qualche nome, come di consueto. La copertina spetta a Danny Losito (praticamente perfetto in “Master Blaster”), di lui abbiamo già detto. Poi, Nausicaa Magarini che sembra quasi Adele prima di diventare Adele. Brava, lunga gavetta alle spalle, la conosciamo da tempo. Elhaida Dana canta “Mama knows best”, a 19 anni è già una forza della natura. Sarà interessante sentirla cantare in italiano: sarebbe poi curioso veder vincere un’albanese a “The Voice of Italy”. C’è un precedente, Anbeta ad Amici, tanti anni fa.
Avanti: ci è piaciuta molto Pamela Lacerenza (“Big Spender”), aggressiva e affascinante, pare quasi di rivedere Liza Minnelli. Ottimo Donato Perrone che, alla chitarra, ci prova con una versione molto personale di “Rocket man”. Lui va avanti, mentre i 4 coach bocciano il validissimo Tony Guido. Misteri…

Televisivamente parlando, notiamo come Cocciante stia facendosi largo: siamo certi che avrà un ruolo importantissimo nella “costruzione” di questi giovani artisti. Sono ormai imprescindibili le lacrime nel backstage (questa volta c’è anche una nonna più viva che mai!) e, soprattutto, i balletti di Fabio Troiano. Tornando ai misteri, c’è chi canta Battisti con poca personalità e va avanti, c’è chi azzarda Baglioni con grinta quasi assente eppure viene premiato. Nel complesso, The Voice è vincente: molto meridionale (il 70% delle voci viene dal sud Italia), poco italiano nelle scelte musicali (mumble mumble…), un format che fa molto corsa, rincorsa, occasione e riscatto.

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Non siamo d’accordo con Vincenzo Incenzo (pregevole autore) che su Facebook parla di “programma sbagliato“. Per noi il concetto di “ultima occasione” fa quasi tenerezza: rivedere Jessica Morlacchi e lo stesso Danny Losito, oppure giovani di 40 anni suonati con entusiasmo e alto fattore di rischio (vedi Savio Vurchio) fa del format qualcosa di diverso. Da salvare, quindi.

(foto by kikapress.com)

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