E anche la terza è andata. “The Voice of Italy” va avanti, seppur in forma ridotta: le “Blind Audition” costituiscono un format a sè, nulla a che vedere con quella che sarà la fase live delle prossime settimane. La nostra è una cronaca di pancia, difficile nascondere che questa volta siamo rimasti un po’ delusi dalle scelte musicali: l’inizio, due settimane, ci aveva fatto ben sperare. Addirittura la seconda puntata aveva avuto dei picchi di qualità con Etta James e Mia Martini. Adesso tutto un po’ più scontato e interpreti eccessivamente emozionati. Un palco che scotta, ne sa qualcosa la catanese Agata Leanza, in lacrime dopo i suoi 100 secondi al microfono. “Io non canto così, è andata malissimo, sono 17 anni che faccio questo mestiere, ho sbagliato proprio stavolta…“. Parliamo di singoli: Piero Pelù è l’anima del programma, decide lui quando dare una scossa, attraverso una battuta o un commento al veleno. Quando Noemi Smorra (già attrice in Don Matteo) azzarda “Tutt’al più” di Patty Pravo, lui resta di sasso (eufemismo) e ammette di essersi sentito a Sanremo ’70…
A tratti sembra quasi di assistere alle Primarie di un partito politico: i 4 coach ce la mettono tutta per fare promesse, per convincere il concorrente di turno a entrare nel proprio team. Un elemento che fa sorridere e fa quasi tenerezza, al pari di ciò che accade dietro le quinte con un Troiano ancora in rodaggio e dei parenti terribilmente vivi e veri. Supporters lacrimanti e con gli occhi colmi di speranza…
Canzoni. Ribadiamo, ieri sera non ci siamo divertiti, eccezion fatta per tre o quattro momenti. Perfetto Lorenzo nella celebre “Sera dei miracoli” di Lucio Dalla: in passato era stato con Cocciante in Notre Dame de Paris, adesso sceglie di confermare il suo Maestro. Sbarazzina e aggressiva la minorenne Giulia (“Mercy”), intensa l’altra siciliana Rosalia: 40 anni e un talento che meritava di fiorire prima. Sopra tutti, forse, Diana Winter, corista di Giorgia, che alla chitarra stupisce tutti e va avanti. Brava davvero…
Pollice verso
Questione di gusti. Non ci è piaciuto Emanuele Lucas: chissà, forse i bene informati hanno nelle orecchie “L’ultima occasione” (Mina) interpretata da Claudio Baglioni: solo pensare di fare un paragone fa sentir male. Eppure lui passa e sceglie la Carrà (perché il nipote muore per lei). Restiamo attoniti di fronte alla scelta di promuovere i Tibello, fratelli gemelli a metà tra i Sonohra e Le Donatella di X-Factor, che graffiano, sporcano, ammazzano I giardini di Marzo di Lucio Battisti. Non c’era modo peggiore per iniziare la Primavera…
Premio “Caso umano”
Fa simpatia, non dispiace, nonostante la bocciatura. Francesco Spaggiari da Roma imbraccia la chitarra e cambia completamente la struggente “Amore che vieni, amore che vai”. Cantautore, “musicuoco” come lui stesso si definisce, attende di spalle i coach che decidono di voltarsi solo al termine della sua esibizione. Racconta di improvvisare dei mini-show live di fronte alle edicole che accettano di vendere il suo disco. Ad avercene di ragazzi così. “This is The Voice”.
(foto by facebook)