Le Emozioni di Cesare Cremonini, “personal” Paul McCartney…

Quando la tv incontra la musica e i suoi protagonisti. E li racconta, senza tralasciare il minimo particolare, attraverso una narrazione coinvolgente, essenziale, un montaggio abile e “appassionato”. La seconda puntata di “Emozioni” è stata dedicata a Cesare Cremonini. Quasi una dichiarazione d’amore nei confronti dell’Emilia, terra bellissima ma ultimamente parecchio sfortunata. La frase di Cesare, sibillina, dice molto su quel legame speciale: “Quando Laura (Pausini) mi propose di fare un duetto con lei al Concerto Per L’Emilia, dissi subito si, ma senza entusiasmo. Non me la sentivo di far festa…“. Un cantautore moderno, probabilmente il migliore della sua generazione: difficile e poco opportuno paragonarlo a gente come Tiziano Ferro, diametralmente opposti. Musica e sentimento nelle Emozioni di Simona Ercolani, vera anima della trasmissione…

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Partiamo così, senza dare peso alla cronologia degli eventi e delle esperienze musicali di Cesare Cremonini. Evitiamo le hit dell’artista emiliano, tralasciamo la storia legata ai Lunapop, ormai la conoscono tutti a memoria. Del resto cantava Carboni (altro Bolognese doc), “le band si sciolgono…”, è un passaggio quasi obbligato, automatico. Puntuale Ernesto Assante nella sua analisi, soprattutto nel passaggio in cui allontana Cremonini dal Principe De Gregori, accostandolo, invece, a Sir Paul McCartney (e ci prende, in un certo senso). Altra uscita riuscita del critico musicale è il peso dato a “PadreMadre“, vero punto di passaggio dal pop a una canzone d’autore molto personale…

Una versione acustica, nuda: sembra quasi un’altra canzone. Con quell’espressione, insieme felice e intensa, che costituisce il cuore del testo: “se son stato così lontano è stato solo per salvarmi…“. Poesia che sembra scatola con più di un doppiofondo. Belle le immagini live dei suoi tour più importanti, come quelle inedite che lo vedono protagonista della sua ultima fatica, “La teoria dei colori”. E fanno molta tenerezza le parole di mostri sacri come il sommo Pupi Avati (“Cesare ci proverebbe con qualsiasi cosa, è quel che si dice un piacione a tutti i costi…“) e la sensibilità del produttore Walter Mameli, per noi vero trait d’union di tutto lo speciale. Applauso finale a Nicola Ballo Balestri, qui al contrabbasso accompagna Cesare in una sorprendente versione de “L’orgia” di un certo Giorgio Gaber.

(foto by kikapress.com)

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