Un personaggio con la sensibilità di una persona. Anche questa è Momo. Stasera in concerto al Teatro Tordinona, nei pressi di Piazza Navona, per presentare il suo ricco (e curioso) repertorio. Attrice, cantante, saltimbanco al femminile, sempre pronta a nuove esperienze e a non perdere di vista gli incontri importanti della vita. Recentemente ha collaborato con Ilaria Porceddu, freschissima “sorpresa” a Sanremo, mentre il passato (non troppo lontano) le riserva quell’altro poeta moderno che risponde al nome di Simone Cristicchi (scrisse per lui “Che bella gente”, secondo posto al Festival nel 2006). Ho deciso di incontrarla in questi giorni, perché colpito dal lirismo di “Non ricordo“, un brano teso al ripiegamento e alla nostalgia, musica pensata per sua madre, scritta cuore a cuore: scopro un’artista a tutto tondo, che non disdegna la televisione, che ama il teatro, che ascolta anche i grandi classici della tradizione italiana, da De Gregori a Baglioni, da Fossati a Renato Zero…
Partiamo dalla fine: Renzo Rubino e Ilaria Porceddu, che bella gente, vero…?
Con Renzo siamo amici, ci siamo conosciuti anni fa a Musicultura: eravamo tra gli otto finalisti. A Roma è venuto a vedermi a teatro, in “Dignità Autonome di Prostituzione”. Ci siamo trovati subito e al Festival l’ho seguito con grande attenzione. Con Ilaria, invece, ho avuto modo di collaborare al suo ultimo album, scrivendo il testo di “Vendo e Compro Oro“, è una bellissima persona e merita il successo che sta riscuotendo, sono convinta che andrà avanti con grinta e personalità. Anche in questo caso galeotto è stato D.A.P., spettacolo al quale tengo moltissimo e che dura da 5 anni: lei era nel cast (attrice e cantante) e questo, di certo, ci ha progressivamente avvicinate.
Sanremo: sei riuscita nell’impresa di far ballare Del Noce…
A modo mio ero stata già presente al Festival nel 2006, entrando nella stesura del testo di “Che bella gente”, il brano di Simone Cristicchi che si classificò 2° nella categoria Giovani. L’anno dopo fui esclusa dalla Commissione, ma poi grazie a Piero Chiambretti riuscì a diventare quasi vincitrice morale, salendo sul palco e ballando la “Fondanela”. Quest’anno ho amato le canzoni “escluse”, come Mi manchi di Cristicchi e Niente di Malika, davvero bellissime…
Talent Show, prima X-Factor e adesso The Voice: che ne pensi?
Si vede da lontano quanto io non sia in linea con quel mondo, ma la televisione è tutto tranne che mia nemica. La guardo molto spesso, i programmi culturali e, di conseguenza, quello che riguarda le varie forme d’arte, dal teatro alla musica. Mi piace seguire la musica in Tv, essere attiva sui Social Network. Se dovessi fare un nome, direi Chiara: talento puro, voce incantevole, persona semplice e diretta. La speranza è che possa essere seguita bene e da vicino, sarebbe un peccato “gestirla” con poca attenzione.
“Non ricordo” è buonissima idea, favola, con uno street video che rende l’idea…
So che ti piace questo pezzo e di questo sono molto felice. Tengo molto a quest’ultima nata, vero che è avvolta da un’atmosfera quasi circense, ma soprattutto è una dedica a mia madre malata di Alzheimer: è in questo che segno il “non-ricordo”, ho provato a immedesimarmi nel suo vissuto, a pensare come lei, a provare le sue stesse sensazioni. La memoria fa parte di noi, una madre è tutto: per me questa canzone è molto più di una canzone…
Ti vedi come autrice? C’è carenza…
Assolutamente si. Non c’è una regola, tanto con Simone, quanto con Ilaria non sono stata contattata, non sono stati dei pezzi scritti su commissione. Come molti cantautori, scrivo tantissimo e ho da parte dei brani che, per forza di cosa tendo ad “accantonare”. Con Ilaria è nato subito un bellissimo feeling, anzi penso che nella sua straordinaria “In equilibrio” si possa intravedere una vena momiana. Lei è una bellissima anima, lo ripeto.
Quanto conta la dimensione scenica, il teatro in quello che fai?
Difficile scindere i due piani. Per me l’arte è una sola, con tantissime sfumature. Anche per questo sono orgogliosa e felice di essere nel cast di D.A.P. da 5 anni. Il teatro è occasione di crescita, è sperimentazione continua, è contatto col pubblico. Fondamentale per ogni artista.
Festival Giorgio Gaber: lì qualcuno ti avvicinò a Chaplin e Fellini, io ascolto “Non ricordo” e penso alla Nada del “Re di denari” e a Gabriella Ferri…
Onorata e lusingata, pensa che tanti anni fa, a Trastevere, mi capitava di pranzare spesso con Gabriella, mi chiamava ‘Piccolè’. Tornado all’oggi, credo che Giorgio Gaber sarebbe un “seguace” della mia produzione. Metto l’anima e il cuore in tutto quello che scrivo, il mio è un po’ Teatro Canzone. Ho vinto quel bellissimo Festival nel 2007, ricordo ancora con emozione e tenerezza quel palco diviso con grandissimi artisti, tutti coordinati da Enzo Iacchetti e Dalia Gaberscik.
Chiudo, due cose: perché proprio la giraffa protagonista dell’ultimo videoclip e quali sono le hit che non ti aspetti da Momo?
Non mi prendo meriti o demeriti (ride). Avevo un’idea, l’ho sviluppata, anche con l’aiuto di Luca Longobardi e Luciano Melchionna, poi ho dato tutto a Lorenzo Balducci, bravissimo regista. Sapevo fosse pratico nella costruzione di videoclip con lo smartphone e, così mi sono affidata a lui. La giraffa è farina del suo sacco, per me un animale curioso, collo alto che fa rima con il tempo, per la capacità di guardare avanti e indietro con maggiore facilità rispetto agli altri. Per il resto, sono profondamente legata alle belle canzoni, non amo fare distinzioni e non ho la puzza sotto il naso. Posso citare perle come “Mille giorni di te e di me” o “La leva calcistica del ’68“, penso anche al primo Renato Zero, a Ivano Fossati. La canzone italiana è un forziere ricco di tesori…
(foto by facebook)