Boom di ascolti per la serata di Sanremo Story: una media pari a 11 milioni 538 mila spettatori (punte di oltre 13 milioni) con il 48.17% di share. Antonio Maggio, con la sua “Mi servirebbe sapere”, ha vinto la categoria Giovani: il brano di Ilaria Porceddu sembrava essere il più “completo”, rispetto agli altri, mentre Renzo Rubino avrà certamente un grande futuro. Una serata di grandi emozioni, va detto: solo un mito può mettere la parola fine a una leggenda, così è stato fatto attraverso la statua di Mike Bongiorno. Emozioni che sono proseguite sul palco del Teatro Ariston con la vera storia di Sanremo, Pippo Baudo, e quel monumento (vivente) che è Caetano Veloso. Tanta magia grazie al talento infinito di Stefano Bollani (l’improvvisazione sui brani suggeriti dal pubblico è stata incredibile), poche note liete dalle esibizioni dei Big: salviamo Malika, per il coraggioso e simpatico balletto, Elio (un pozzo di idee), l’intensità in jazz che Franco Cerri ha donato al duo Molinari – Cincotti e un commovente Marco Mengoni, emulo dell’indimenticabile Luigi Tenco. Pollice in alto per Fazio e Lucianina, una coppia di fatto alla quale Rai Tre starà sempre più stretta…
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Primo Maggio!
Vedi gli Almamegretta senza Raiz (è ebreo e non può esibirsi il venerdì sera) con James Senese, Marcello Coleman, il pupillo di Fabri Fibra Clementino e Albino D’Amato in “Il ragazzo della via Gluck” e sembra di stare alla festa del 1° maggio. Buon presagio per il giovane e promettente Antonio (ex Aram Quarte di X-Factor) che trionfa tra i giovani, staccando di poco l’elegante e grintosa Ilaria Porceddu. Anna Oxa l’aveva detto, questo Festival sarebbe stato come il Primo Maggio. Peccato che la Snai non le abbia dato retta.
Il cuore della serata è altro, ma due parole sui big vanno spese. Siffredi complice dell’azzardo di Elio e le Storie tese (tutto piccolissimo in quel bacio, una vagonata geniale di doppi sensi…), Malika che seduce, canta e ballicchia sulle note di “Cosa hai messo nel caffè” e Mengoni si commuove al termine di “Ciao amore, ciao”. Poi davvero poco per la cronaca, Chiara canta (bene) il manifesto di Mia Martini, senza tuttavia capire il senso di quelle parole, Cristicchi e Silvestri mettono gli sci e pensano solo di arrivare al traguardo, senza correre rischi. Tutto il resto è Pippo Baudo…
Scontata e meritata la standing ovation per Pippo che bacia in bocca la Litti (in seguito importunata dal pupazzo Rockfeller). Associare la parola “storia” al Festival di Sanremo sarebbe stato inutile senza dare un peso e un senso a Baudo e Mike Bongiorno. La scelta di mettere quella statua nel centro della città è una roba molto americana, molto sentita, molto vera. A lui avrebbe fatto piacere. Di Superpippo colpisce la frase finale “Sono qui per continuare a fare una buona Tv, con grande educazione…“. Sembra quasi un appello ai dirigenti Rai. Di certo la governance di viale Mazzini non sarà rimasta immobile di fronte ai duetti (a tratti spassosi) di Fabio e Luciana: lui si diverte a fare imitazioni e lei è amatissima dal pubblico. Impossibile confinare questa coppia di fatto nella pur accattivante nicchia di Rai Tre. Per adesso, gustiamoci la finale, curiosi di scoprire cosa farà la Giuria di Qualità. Allegria! (…)
(foto by kikapress)