“Il meglio di Mia Martini” è disco d’oro! (…citando le stelle di Baglioni)

Anche questo è social. Non sta scritto da nessuna parte che il 2.0 debba stare lontano da certi eventi-avvenimenti. La musica è una cosa sola, fatta di voci maschili, femminili, band. La nostra canzone deve moltissimo ad alcune signore, da Mina a Patty Pravo, da Gianna Nannini ad Antonella Ruggiero, da Laura Pausini a Giorgia. Sopra tutte, mettiamo Mia Martini. Una bella realtà è la Fondazione Mia Martini, un bellissimo risultato è il disco d’oro per il suo “Meglio di”, da pochi mesi in tutti i negozi. L’occasione è buona per raccontare un po’ di cose, legate anche a un grande amico di Mia: di nome fa Claudio

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Oltre la collina, 1971

Forse perchè era tormentata. E si vedeva, si sentiva da qual che cantava e da come interpretava quelle note. Si diceva anche di Ivan Graziani e Lucio Battisti. Non un pop impegnato, ma intenso, forte. La prima immagine di Mia Martini è quella di Sanremo, primissimi anni ’90: Pippo Baudo presenta “Gli uomini non cambiano”. Indimenticabile, qualche mese dopo, la sua ospitata alla Corrida di Corrado, dove fu accolta con standing ovation, un ingresso trionfale. Roba che oggi riservano a star come Robbie Williams o Christina Aguilera. Siccome non ho mai voluto dire “a me piace quest’artista” senza ascoltare qualcosa di più della sua produzione, un bel giorno me ne andai nel mio negozio di dischi preferito e – timidamente – acquistai “Oltre la collina”, un disco del 1971, scritto in parte da Claudio Baglioni. Il brano omonimo, che chiude l’album, finisce così: “Un amore mio, un amore magari felice oppure, oppure infelice, ma sì, tanto è lo stesso. Mi basta solo che sia un amore“…

E poi, la struggente “Stelle di stelle” (Oltre, 1990), che fu una delicatissima dedica alla cantante calabrese. In un libro recente, Claudio trovò il momento per ricordare gli anni trascorsi al fianco di Mia Martini: “L’esperienza collettiva di STUDIO 10 mi riporta agli anni di Centocelle, ci ritrovavamo io, Mimì, Loredana, Renato… Cantavamo, leggevamo poesie (di autori disgraziatamente impegnati…), solo per il gusto di stare insieme, di condividere…“.

La Fondazione

Valorizzare progetti musicali nuovi, riservando un’attenzione particolare all’universo femminile, ma anche iniziative etiche e sociali indirizzate al recupero psicologico (attraverso il linguaggio musicale) di donne violate, e la creazione di un archivio definitivo. Un’iniziativa voluta da Leda Bertè, sorella maggiore della grande interprete scomparsa il 12 maggio 1995. Questo il succo, la base, la prospettiva della Fondazione Mia Martini. Un’autrice capace di raccontare storie, tra gioie e sofferenze, con quella forza espressiva che l’ha fatta paragonare a Edith Piaf.

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