I Baustelle, Sanremo e Giorgio Gaber…

Sanremo è come la morte, si dà troppa importanza a questa manifestazione. Due anni fa ci hanno invitato ma noi abbiamo risposto di no“. Risuona come un pensiero forte, come una decisione senza appello, senza se e senza ma. Francesco Bianconi, front-man dei Baustelle rilascia questa dichiarazione a TgCom24 e fa pensare a tutto quel che ruota attorno alla kermesse canora più famosa del nostro paese. L’altro giorno la televisione ha celebrato Giorgio Gaber, a 10 anni dalla scomparsa: la band toscana lo aveva già fatto, e bene, a modo suo…

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Burro 120, carne 2000, lavanderia, stireria…

Difficile, praticamente impossibile toccare le corde di uno come Giorgio Gaber. Lo abbiamo visto l’altra sera durante lo special condotto e “orchestrato” da Fabio Fazio su Rai Tre. Qualcuno se l’è cavata benissimo, altri potevano fare di meglio. Dall’esterno è facile giudicare e criticare, anche aspramente. Dare le pagelle è una cosa che non ci piace, opinioni quante ne volete. Abbiamo fatto un applauso a Syria che, in estate aveva fatto benissimo con “Se io sapessi”, diciamo ‘Bravo!’ a Neri Marcorè, profondo e convincente in “La Paura”. Nulla di trascendentale con la pur volenterosa Emma Marrone (“La libertà” è una montagna troppo alta da scalare). Assenti a “Che Tempo Che Fa” i Baustelle: al Premio Tenco avevano regalato al pubblico 5 minuti di autentica poesia…

Sarà per la sua voce bassa, per la sua interpretazione così intensa e convinta, ma Bianconi è davvero un novello Signor G. Certo, non avrà le capacità attoriali di Gaber, non saprà intrattenere e magari far ridere il pubblico con una smorfia del viso. Ma a cantare ci siamo, eccome. Latte 70 è poco nota ai più, ma vince per melodia, armonia, testo.
E allora accettiamo anche le dichiarazioni su Sanremo: per noi dire che il Festival è la morte altro non è se non un tentativo di pubblicità per “La morte (non esiste più)“, una citazione che non deve irretire nessuno. Presa per quello che è, una frase, un’opinione. Mica una pagella! 🙂

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