C’è gente che ha ricevuto il passaporto del tempo. Un privilegio caro a pochi. La generazione dei 30enni non ha avuto la possibilità di conoscere dal vivo il genio di Giorgio Gaber, uno che solo con una smorfia o un lieve movimento del viso era capace di far riflettere, emozionare, sorridere. Ieri sera un gradevolissimo Speciale TG1 ha alimentato la memoria di tutti noi spettatori a volte un po’ distratti, il prime time di oggi sarà ancora per lui, da “Fabio Fazio“. In queste righe il nostro piccolo tributo-speciale (o speciale tributo), dove dare spazio a una dichiarazione sentita e sensata e un brano poco noto, ma estremamente profondo…
Dialogo tra un impegnato e un ‘non so’…
“In questi ultimi anni ha vinto il secondo: il ‘non so’ è diventata una condizione umana molto diffusa, credo che molti siano dei ‘non so’ (…) Chi oggi viene a vedermi a teatro è un pubblico vivo, ma eccessivamente unito, mentre una volta si discuteva di più, era un pubblico pieno di dubbi, diviso…“. Queste ed altre parole a condire uno dei tanti incontri con Vincenzo Mollica, parole ferme, nette, dirette. Argomentazioni attualissime, Giorgio Gaber era uno di quelli che “aveva capito tutto prima di tutti”. Raccontava il suo tempo, con un occhio al passato e l’altro verso un futuro che gli era facile prevedere. Quando dice “i teatri sono tutti pieni“, dice un mare di altre cose…
Gli anni ’70 ci hanno regalato cose irraggiungibili, un modo nuovo di far ridere la gente, ma soprattutto un modo diverso di fare spettacolo, anche grazie alla Tv, sempre più compagna delle famiglie italiane. Il Signor G iniziava a costruire il suo Teatro Canzone, attraverso canzoni, battute, silenzi, pensieri. Qui sotto un breve estratto del 1972, un brano poco noto ai più, a quelli che di Gaber conoscono solo “La libertà”, “Destra Sinistra”, La Torpedo Blu”, “Lo shampoo” e i celebri duetti con Mina. Questa è “Latte 70“, per noi ogni commento sarebbe superfluo: ci alziamo in piedi, punto.
(foto by facebook)