Adriano Celentano, Svalutation #Pday

Sono lontani i tempi delle pause e dei sermoni. Fiumi di parole a far da raccordo tra le canzoni. Adriano Celentano è sempre stato così, prendere o lasciare. In grado di emozionare, con la musica. Capace di far discutere e riflettere, attraverso i monologhi. A volte eccessivo, stucchevole. Ma sempre lui. Ieri le primarie del Partito Democratico: occasione per discutere, attorno ad alcuni brani…

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Svalutation!

Cambiano i governi, niente cambia lassù, c’è un buco nello Stato dove i soldi van giù.. Svalutation, svalutation… (…) con il salario di un mese compri solo un caffè, gli stadi son gremiti, ma la grana dov’è…“. Ribellione, ballando. Luminosa divinità del pentagramma, puntuale nel raccontare la società del suo tempo. 1976, l’anno dell’uscita del disco (ricordato solo per il singolo trainante). 1992, anno della trasmissione televisiva: primo vero grande esempio della potenza catodica di Adriano, perchè Fantastico era davvero un’altra cosa. In questo caso la rete di riferimento (Rai3) stimola diversi e maggiori spunti di riflessione. “Ma quest’Italia qua se lo vuole sa che ce la farà.. E il sistema c’è, quando pensi a te, pensa anche un po’ per me“.

E intanto il tempo se ne va…

Tuona, dalle colonne del Corriere della Sera. Anche adesso, a due giorni da quell’editoriale alla sua maniera, è dura evitare un pensiero. Rileggere alcuni passi porta alla nascita di un dubbio. “Non c’è un partito, grande o piccolo che sia, caduto in disgrazia o meno, che non cavalchi prima e dopo i pasti la parola cambiamento“. Sarà banale, ma è terribilmente vero. Vero come è vero che domani sarà disponibile un mega cofanetto intitolato “Questa è la storia di uno di noi“: dovrebbe contenere 29 album, da “Non mi dire” del 1965 a “Dormi amore, la situazione non è buona” del 2007. Tiratura limitata, sia chiaro.

Questa è musica, anche se lui continua ad augurarsi che da domani, in altro senso, sia tutta un’altra musica…