Quando meno te lo aspetti, la grande Minona (così era definita da Sordi e Walter Chiari negli anni ’70) torna a farci “una cantata”. Ugola inconfondibile, stile d’altri tempi e… tanta immaginazione per i fan: Mina c’è, ma non si vede. Dal 4 dicembre, però, si potrà sentire…
Mina in Jazz!
Non è la prima. E non sarà l’ultima, a confrontarsi (e incontrarsi) con questo genere musicale così a la page. Il Jazz, proprio lui. Una volta principe della cultura afro-americana, da qualche anno di gran voga dalle nostre parti. Gino Paoli ha “riscritto” tantissime perle della sua produzione, lo stesso ha fatto il Professor Vecchioni. Arbore e Bollani sono stati bravi a farci riscoprire le atmosfere dell’America degli anni ’30, ’40 e ’50. E, adesso, tutti qui, in attesa della regina della canzone italiana. In tutti i negozi entro il prossimo 4 dicembre questo “American song book“, disco di registrazioni inedite catturare dal vivo in studio. Dodici grandi classici della tradizione musicale americana: Mina a impreziosire una storia già scritta, più di qualche anno fa. Dodici pezzi per dodici copertine d’autore ispirate alla discografia jazz dagli anni ’30.
Danilo Rea non manca mai (e meno male…)
Il suo nome è una garanzia. Gli amanti del pop e della musica leggera in genere hanno imparato ad apprezzarlo negli anni ’90, quando collaborava con Claudio Baglioni e quando, con Walter Savelli, dava lustro ai live spettacolari del cantautore romano. Danilo Rea al piano, dicevamo. E poi Alfredo Golino alla batteria, Massimo Moriconi al contrabbasso e una sezione d’archi curata da Gianni Ferrio. Gianni Ferrio, quello vero.
Una data che va segnata in agenda quella del 4 dicembre, perchè allo scoccare di quel giorno i fan della Tigre di Cremona potranno tornare a farsi trasportare dalla sua voce. Non che Mina, ultimamente, si faccia desiderare: infatti, giusto un anno fa pubblicò il suo ultimo album di inediti in studio, “Piccolino“. Dieci brani scritti da autori eccellsi (Maurizio Fabrizio, Giorgio Faletti, Franco Fasano, Andrea Mingardi e Giuliano Sangiorgi dei Nagramaro). Noi di Velvet Music leviamo il cappello e lo buttiamo per terra di fronte alla grandezza di Mina, ma se prendiamo in esame gli ultimi 20 anni e la sua produzione, non vediamo una parziale involuzione…? Intanto, vado ad ascoltare la sua versione di “Oggi sono io“, così cambio subito idea.