Antonello Venditti: va bene il “Best of”, ma io c’ho un’idea…

Volete sapere la verità? Ho qualche difficoltà – oggi – a scrivere qualcosa su quest’artista. I “male informati” non conoscono la sua produzione degli anni ’70: capolavori assoluti. Raccontare Antonello Venditti per un semplice “Best of” è poca roba, non ci sono inediti e non ci sono novità. Avrà davvero smarrito l’ispirazione o nel 2013 ci regalerà il più classico colpo di coda…?

…intanto lo conoscono tutti!

Proprio così, Antonello Venditti è il classico artista che fa cantare, ai falò, ai karaoke, nelle piazze. Appartiene a quella nidiata di cantautori nati all’ombra del Folk Studio (storico club di Roma), impossibili da odiare. Musicalmente. Lui, De Gregori, Sergio Caputo, Rino Gaetano. Tutta gente con “pedigree” di altissimo livello. Venditti può vivere di rendita e, forse, un po’ ci marcia: s’intitola “TuttoVenditti” il triplo “Best of” (senza inediti) in uscita il prossimo 6 novembre, una sorta di disco antologico con 45 brani, da Sotto il segno dei pesci a Roma Capoccia, passando per Grazie Roma, Ci vorrebbe un amico, Alta marea, Sara, Notte prima degli esami, Compagno di scuola, Benvenuti in paradiso, Dalla pelle al cuore… Come dicevo prima, nelle piazze è facile cantare i suoi pezzi, anche per questo è stato allungato il calendario di “Unica tour”, giro di concerti legato all’ultimo album di inediti. Segnaliamo il 28 novembre e il 9 e 16 gennaio all’Auditorium Parco delle Musica di Roma, oltre a 29 e 31 gennaio al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

Io mi chiedo: perché non…

…risistemare qualche brano “smarrito” del profondo ’70? E non parlo di una chiave sinfonica, ma semplicemente di un pop dotato di una veste più moderna, magari collaborando con qualche artista uscito dai Talent Show! Nel 1977 al cinema andavano di moda i “poliziotteschi”: in uno di questi, La banda del gobbo, ndr, il protagonista (Tomas Milian, manco a dirlo) cita un brano di Antonello, Sora Rosa. Andate a riascoltarlo e immaginatelo con un abito nuovo. E, sempre di quegli anni, “Una stupida e lurida storia d’amore” o “Il treno delle sette”. Un arrangiamento più moderno, senza fare un torto all’identità di quel tempo. La mia è solo una traccia: caro amico Antonello Venditti, riapriamo ‘sto pianoforte, pensiamo ad un disco di duetti, è arrivato il momento. Questo “Best of”, dimmelo tu cos’è…

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