Irene Grandi & Stefano Bollani: insieme, dopo 20 anni

Alla paura del debutto, al tremore dell’esordio, ma tra la partenza e il traguardo in mezzo c’è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire…“. Bellissima, intensa, appassionata. Jazz, perché non so cos’è in realtà. Strofa tratta da “Costruire“, primo singolo dell’accoppiata Irene Grandi-Stefano Bollani: un album più una tourneé che toccherà innumerevoli tappe tra Italia ed Europa.

Antica amicizia, musicale e non

Grandi-Bollani. Un binomio, una garanzia. Non si può star tranquilli un attimo. L’altro giorno, passeggiando per la capitale, m’imbatto nel manifesto calendario del Visual Jazz Roma e scopro che a chiusura dell’evento ci sarà un capitolo parecchio curioso: Irene Grandi e Stefano Bollani insieme, a far jazz o qualcosa che ci assomigli. Bene, dico, anzi benissimo. Ci andrò. Poi, non contento, li vedo partecipare col primo singolo del disco (“Costruire”) a Quelli che il calcio. Eleganti nei modi, comunicativi, non sguaiati eppur molto televisivi. “Irene Grandi & Stefano Bollani” in uscita il 23 ottobre si annuncia come un album-omaggio al sodalizio artistico dei due, che dura da 20 anni. Vent’anni, sì. Dichiara il pianista: “Avevo avuto una breve esperienza nel gruppo rock fiorentino La Forma Srl, in cui cantava Irene: lo testimonia un infame live registrato all’Anfiteatro delle Cascine davanti a venti persone, compresi noi sette sul palco“.

Sosteneva Bollani…

Giusto un anno fa, durante una fortunata trasmissione di Rai3 (Sostiene Bollani, ndr) Irene e Stefano si erano resi protagonisti di due perle: “I Fall In Love Too Easily” e l’italianissima “A me me piace ‘o blues“. Cambi di stile, cambi di registro, entrambi bravissimi ad adattarsi allo spartito, al genere, alla situazione. Questa è eccelsa capacità d’improvvisare, questo è jazz. Si conoscono da vent’anni e si vede: Grandi-Bollani è un duetto che non tradisce. Ci sono le prove…

L’album: tra cover e inediti

Ancora Bollani: “L’album conterrà cover ricercate e mai banali, che spaziano dai suoni del Brasile, all’Europa, da grandi classici del passato a quelli più moderni di autori contemporanei“. La track-list impressiona per completezza e, soprattutto, per quanto ogni brano differisca dall’altro. Da “Viva la pappa col pomodoro” di Rita Pavone a “Dream a little dream of me” dei Mamas & Papas, da “For once in my life” (portata al successo per primo da Stevie Wonder) alla già citata “Cotruire” di Niccolò Fabi. Fino alla bonus track “Se tu non torni” di Miguel Bosè. Dopo il disco, un tour Europeo: si parte a novembre da Firenze e, passando per Barcellona, il 25 si arriverà a Roma. Ad attendere i due, come detto, la prestigiosa platea del Visual Jazz 2012. Jazz, appunto.

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